L’archivio è composto da un nucleo documentario che abbraccia l’arco cronologico compreso tra il 1490 ed il 1960. Esso comprende 2110 unità archivistiche custodite negli armadi lignei che fin dai tempi più antichi i confratelli destinarono a tale scopo. Le carte, testimoni del processo evolutivo della confraternita nel corso dei secoli, ne tratteggiano una fervida attività istituzionale e sociale, rappresentata innanzitutto dal conforto dei condannati a morte, cui si affiancarono successivamente, grazie agli innumerevoli benefattori, il servizio caritatevole delle dotazioni monastiche e matrimoniali e la promozione dell’istruzione scolastica espressa dal Collegio Bandinelli.
La documentazione pervenuta però non è priva di lacune, il più delle volte giustificate dalla cattiva consuetudine dei confratelli di prendere le carte, solitamente per motivi di studio, e di non restituirle. Pur tuttavia, la presenza di un’antica segnatura testimonia un tentativo di ordinamento, limitato però alla sola documentazione legale della quale comprendevano l’importanza perché permetteva loro di definire possessi e patrimoni.
Tale modalità di conservazione si protrasse sino in tarda epoca ottocentesca, in particolare postunitaria. I confratelli non risposero ad una prima richiesta di uniformarsi alla normativa in materia di opere pie, ai sensi della legge 3 agosto 1862 che, tra l’altro, imponeva l’esatta compilazione di un inventario né al successivo sollecito dettato dalla legge 1875. Decisero quindi di sottrarre l’archivio e nasconderlo, probabilmente, nei locali del Collegio Bandinelli. La notizia della sua scomparsa giunse al Questore di Roma il 23 aprile 1876. Di lì a poco le carte furono ricollocate nella sede originale. Il 16 aprile 1878 Luigi de Sanctis, delegato municipale, effettuava un sopralluogo in archivio con il provveditore Giovanni Ricci Paracciani per redigere un inventario. Una successiva ispezione, il 17 settembre 1891, da parte di Achille Pognisi, incaricato del Ministero, sottolineava il perdurare di un cattivo stato di conservazione delle carte che aveva già ingenerato diverse dispersioni. Il 5 dicembre 1891, ne fu scorporata, per essere versata nell’Archivio di Stato di Roma la documentazione pertinente la giustizia. Si dovette attendere il 1901 perché i confratelli decidessero di affidare il riordino dell’archivio al prof. Tomassetti, che però si limitò a predisporre, ancora una volta, una schedatura minuziosa delle sole scritture legali rivenute nei 5 libri degli Instrumenti segnati B-F, piuttosto sommaria per il resto della documentazione.
La documentazione di archivio è attualmente riordinata e disponibile alla consultazione.
Sono stati digitalizzati, per motivi conservativi, i documenti di seguito elencati: “Capitoli et Ordinationi della Venerabile Compagnia della Misericordia di Roma” (1518, 1581); “Convenzione con Giorgio Vasari per affrescare la pala dell’Altare maggiore della Chiesa” (1551); “Rubricella generale de giornali della Venerabile Arciconfraternita di S. Giovanni Decollato dall’anno 1499 all’anno [1870]”(sec. XVIII); “Libro delle Piante delle Case”(1618); Manuale del confortatore di Pompeo Serni (anno 1659); “Victruvio. De Architectura” (sec. XVI).
L’archivio storico custodisce, inoltre, la copia digitalizzata della parte del fondo versato nell’Archivio di Stato di Roma nel 1891, quale: Libri e Giornali del Provveditore(1497-1870); Testamenti (1497-1582; 1841-1870); Fascicoli Personali (1525- 1870); Corrispondenza (1525-1868); Repertorio dei giustiziati (1499-1870)
ORARIO CONSULTAZIONI
L’Archivio storico è aperto alla consultazione nelle giornate di LUNEDI’, MARTEDI’, MERCOLEDI’ e VENERDI’ (ore 9.30-13.00), previo appuntamento da fissarsi inoltrando una e-mail all’indirizzo architasgd@gmail.com e specificando i fini della ricerca.